DIRADAMENTI, TRASEMINA E RIGENERAZIONE DEL TAPPETO ERBOSO

Pubblicato il 19 agosto 2023 alle ore 20:41

Ben ritrovati Amici di Sempre Al Verde,

 

Siamo a metà agosto inoltrato, ormai è quasi tempo di pensare alle grandi operazioni sui nostri tappeti erbosi di microterme.

Penultima settimana di agosto 2023, ancora prestino per agire, visto che le temperature sono ancora in rialzo in tutta Italia. Attendiamo quindi, con meteo alla mano, temperature più consone alla ripresa vegetativa e non facciamoci prendere dalla foga di effettuare operazioni quando non è ancora il momento.

Con le alte temperature previste, effettuare pratiche invasive, vorrà dire, stressare un tappeto erboso probabilmente già al limite e  scarico di nutrienti, già affaticato da mesi di caldo intenso, quindi non proprio pronto al recupero. 

  

Partiamo con questo concetto :

 

Un tappeto erboso di microterme ben conservato e ben gestito, chiuso e sostanzialmente sano, non necessita di trasemina. La pratica è indicata, in genere, per tappeti erbosi aperti, diradati e con spazi vuoti. Mi spiace quindi contraddire chi pensa, che la trasemina sia obbligatoria ed una pratica sempre necessaria, da intraprendere a cadenza annuale. 

 

Che cos'è una trasemina?

 

La trasemina è una pratica di rigenerazione del tappeto erboso, quando lo stesso, presenta già anche parzialmente, delle zone già seminate in precedenza, quindi con prato parzialmente esistente.  

 

Non è quindi una semina ex nova e va trattata diversamente, come ad esempio evitando di effettuare false  semine e dosando correttamente la semente tra le zone con erba già presente e le zone in cui il terreno è vuoto. 

 

Si possono effettuare trasemine per rinfoltire un prato molto diradato e si possono effettuare quando in alcune zone non è presente prato o entrambi i casi insieme.

 

Aggiungo anche che possibile effettuare una trasemina per aggiungere una nuova specie al nostro prato già esistente. Questo è un argomento un pochino più complesso, ma è una tecnica che funziona molto bene, se studiata ad hoc per la propria situazione.

 

Capita infatti molte volte in fase di semina, soprattutto se si è alle prime armi, di seminare una o più specie non perfettamente adatte al nostro prato o alle nostre esigenze, magari non piace il colore o la specie non si adatta perfettamente al clima, oppure abbiamo seminato con le scatole da supermercato, cultivar non proprio performanti, che ci danno qualche grattacapo o che non hanno quella densità sperata.

 

E' possibile quindi, mediare il problema aggiungendo con una trasemina aggressiva una nuova specie. Ricordatevi che quando si parla di una cultivar come ad esempio la festuca arudinacea, è come  parlare di automobili, ci sono auto e auto, come ci sono festuche e altre festuche, completamente diverse dalle prime. Non vi accontentate quindi di seminare, ma scegliete con cura le migliori sementi, secondo le vostre esigenze.

 

Se non siete sicuri della scelta o avete paura di fare errori, potete contattarci, per capire quale mix o blend possa fare al caso vostro. Qui il servizio dedicato

 

Cos' è un MIX ?

 

Un mix è un insieme di diverse specie da tappeto erboso. Viene infatti definito mix oppure miscuglio, il classico festuca e poa oppure festuca poa e loietto o loietto e poa, insomma ogni tipo miscuglio in grado di creare un tappeto erboso che si può definire tale. 

 

Cos'è un BLEND ?

 

Viene definito blend invece una miscela (non miscuglio) di sementi appartenenti alla stessa specie. 

Ad esempio sul mercato troviamo dei blend di festuca arundinacea, quindi due o tre o anche più tipologie, insieme. Possiamo trovare blend di qualsiasi semente, anche di bermudagrass, miscele che vengono studiate appositamente per aumentare la performance del prodotto finale, oppure scelte e personalizzate dai professionisti del settore per corrispondere alle esigenze del cliente, in base alla zona climatica o dal risultato che si vuole ottenere.

 

Da queste scelte e personalizzazioni derivano grandi conoscenze in materia, lo stesso vale anche per i mix, eppure a volte non valorizziamo la cosa e spesso pensiamo che andando a comprare una scatola di sementi, stiamo comprando solo la scatola con i semi all'interno, senza contare quanta ricerca e sviluppo ci sia stata dietro a quella scelta. 

In sostanza, avere una cultivar performante ci darà sicuramente meno problemi e più soddisfazioni, perché avrà delle skills migliori, rispetto ad altre.

 

PREMESSA 

 

Credendo fortemente che la migliore gestione sia quella consapevole, TUTTI i diradamenti sul tappeto erboso hanno delle cause che vanno analizzate con attenzione per essere risolte prima di procedere ad una semina/trasemina. 

 

Il prato non si dirada da solo senza un motivo e non si brucia per il troppo caldo. 

 

Bisogna stare attenti, soprattutto ai campanelli d'allarme che il nostro spazio verde ci segnala, piccole macchie secche in estate, possono diventare in breve tempo distese di paglia, oppure semplici macchie di minzione di animale. Non sottovalutiamo mai nulla e diamo sempre un occhio a cosa succede.

 

A volte con qualche accortezza in più, si può intervenire e tamponare o bloccare immediatamente il problema. 

Dobbiamo fare quindi più valutazioni, per capire come poter intervenire in maniera corretta, secondo le varie casistiche. La trasemina non è comunque la soluzione al problema dei diradamenti, poiché il problema che ha causato il diradamento, verrà solo mascherato da altra erba seminata e non risolto in maniera definitiva, oppure ''risolto momentaneamente'' perché si vedrà verde nei mesi successivi.

 

Vedo molte persone lamentarsi degli stessi problemi tutti gli anni e lamentarsi anche giustamente, dei soldi spesi nelle varie  trasemine, trattamenti, prodotti e mai soddisfatti dei risultati. 

Andiamo al dunque, traseminare se necessario, SI assolutamente, ma prima risolviamo i difetti del nostro tappeto erboso che hanno causato il diradamento, oppure l'anno prossimo avremo esattamente lo stesso problema. Questo è il segreto per far funzionare le cose. Tenetelo bene a mente.

Cosa dobbiamo valutare prima di una trasemina?

 

 

  • Valutare lo stato di salute generale, come scritto prima, un prato sostanzialmente sano, chiuso non sarà da traseminare, altrimenti non sarà mai stabile e creeremo solo situazioni di sovraffollamento che creano a loro volta problematiche di competizione e non solo. Non si considera mai l'accestimento della pianta, e nemmeno la capacità rizomatosa di un'altra. Gli spazi sono importanti, provate voi a stare in 3 in piedi, in un m2, invece che da soli.  Contrariamente, un tappeto erboso molto aperto, con aree infestate o che ha subito attacchi virulenti di patologie come pythium o attacchi larvali, carenza idrica, andrà quasi necessariamente rinfoltito. 

   

  • Valutiamo gli spazi aperti e diradamenti, che dimensione hanno? Sono spazi misurabili in m2, oppure sono piccole aree di qualche centimetro qui e lì, provocate da urina di animale, piuttosto che piccoli danni meccanici o piccole infestanti giovani che abbiamo eliminato? 

 

  • Valutiamo quale o quali sono le specie di cui è composto il nostro prato. Un classico mix 90/10 sarà composto in numero di semi, metà da poa pratense e metà festuca arundinacea. Sarà necessario traseminare piccoli buchi ? La poa pratense ha una grandissima capacità di recupero, tramite i rizomi colonizza spazi aperti. Molti, direi troppi, sottovalutano l'importanza della poa in un mix che il più delle volte chiuderà da sola con un po' di pazienza. Ricordo che 90/10 è solamente il peso del contenuto e la poa, pesa molto meno di festuca e loietto. 

 

  • Valutiamo quali operazioni saranno necessarie o obbligate alla ripresa vegetativa. Ad esempio una sfeltratura, carotatura o chiodatura o semplicemente solo una buona ammendatura e concimazione. Questa valutazione va fatta in base allo stato del tappeto erboso e non sono operazioni da eseguire a calendario. Possiamo dare ad esempio, una pulita generale con una leggera arieggiatura che non vuol dire scendere di 2mm nel top soil, per scarificare a lame una microterma. Se non c'è feltro perché arieggiare?  Arieggiare vuol dire traseminare dopo? No, non necessariamente. Su un tappeto erboso sano, basta volendo una pulizia di materiale organico indecomposto e procedere successivamente alla nutrizione adeguata. Casomai un buon top dressing leggero con sabbia silicea. Ovviamente se mentre si arieggia con macchinario, si livella anche il suolo, quindi piccoli possibili avvallamenti possono creare zone diradate. In caso appunto si abbiano avvallamenti procediamo pure con arieggiatore e successivamente con level lawn e sabbia per livellare il tutto. Questo attrezzo lo consiglio particolarmente data la sua vera efficacia nel creare piani lisci e corretti. E' possibile ovviamente anche usare un semplice rastrello a denti stretti.   

 

  • Valutiamo la causa dei diradamenti.  Ecco il punto più importante. Perché il nostro prato si è diradato? Quali sono le cause possibili?

 

Le maggiori cause dei diradamenti su tappeto erboso   

 

  1. Presenza di infestanti, spesso legate dalla mal gestione, poche concimazioni o addirittura assenti, cultivar non adatta alla zona, tagli troppo bassi, mal gestione dell'acqua o semplicemente temporali continui, come maggio 2023, che hanno fatto germinare i semi presenti e trasportati da vento, uccelli ecc. Semine di microterme primaverili o tardo primaverili, influiscono negativamente sulla riuscita del lavoro. Bisogna considerare che le infestanti colonizzano molto bene gli spazi, alcune come il trifoglio sono ottimi azotofissatori ed il miglior momento per seminare microterme è in autunno. COSA FARE : Se il tappeto erboso è davvero compromesso, quindi, superata diciamo la percentuale del 30/40% di sole infestanti, il mio consiglio è quello di passare direttamente un diserbante totale per procedere ad una nuova semina con un nuovo progetto studiato ad hoc. Analizziamo le cause che hanno portato tale problema e facciamone tesoro nella gestione del nuovo tappeto erboso, sicuramente arrivati a tale situazione, facciamoci  un mea culpa e ripartiamo con un bagaglio d'esperienza maggiore.  Se invece, la maggior parte delle infestanti parte da un terreno asfittico in ombra, magari parecchio umido o compatto, andrà alleggerito  il  substrato con carotature. E' possibile che in quel punto l'umidità presente nel suolo sia troppo elevata e la mancanza di aria nel substrato abbia provocato il diradamento con conseguente nascita delle infestanti del periodo. In questo caso, avremo sbagliato anche a dosare l'acqua, oltre che al terreno probabilmente non adatto. Gli errori servono per imparare, ad esempio il fatto di  non aver mai concimato, rende il prato debole e non capace di contrastare le infestanti, oppure abbiamo avuto una tempesta che ha compromesso la semina in primavera e non siamo riusciti a recuperare. In questo caso, mai arrendersi, si recupera.  Se il prato invece ha zone relativamente infestate e zone senza infestanti e ben chiuso, possiamo diserbare solamente la parte infestata e seminare la stessa cultivar che abbiamo già. Se le infestanti hanno invece colonizzato l'intera area ma il prato è recuperabile, possiamo optare per diserbanti selettivi registrati per tappeto erboso. Soluzione che a me non piace molto, ma efficace. Non usiamo diserbi selettivi in piena estate, attendiamo temperature un pochino più fresche. Intanto nel limite del possibile possiamo estirpare a mano. I principi attivi dei diserbanti selettivi sono il Fenoxaprop-etile per la foglia stretta e   Fluroxipir e Triclopir per la foglia larga. Valutiamo quindi una volta fatto il diserbo e successiva scarificatura, una possibile trasemina leggera, sempre con la cultivar di base, per rinfoltire, oppure se  le aree aperte sono molto piccole ad esempio, ed abbiamo la poa pratense nel mix, possiamo anche evitare di traseminare e puntare sul recupero di quest'ultima. Agiamo comunque sempre in prevenzione alle problematiche, a partire dalla ripresa vegetativa, ed evitiamo situazioni in cui il prato possa stressarsi. Effettuare scalping, tagliare troppo basso, tagliare con il prato umido o bagnato, non affilare la lama, non concimare o concimare troppo, concimare in maniera sbilanciata, sono solo alcuni dei punti chiave, per attrarre le migliori problematiche. 
  2. Carenza Idrica, provocata da impianti che non raggiungono tutte le zone nel prato, irrigazione non sufficiente, come spesso accade vicino ai camminamenti, irrigatore, pop up o centralina non funzionanti, ostruzione del getto d'acqua degli irrigatori o impianto tarato o calibrato male. COSA FARE : E' molto comune accorgersi solo in estate che il nostro impianto non sia tarato bene. In estate l'evapotraspirazione della pianta è altissima ed il consumo irriguo lo è altrettanto. Un impianto di irrigazione serve, quindi se è stato bagnato con il tubo fino adesso è ora che si cominci a pensare seriamente ad un impianto automatico. Il fai da te qui lo sconsiglio, a meno che non ve ne intendiate a sufficienza di pressione, portata e avete gli strumenti giusti, altrimenti, meglio chiamare un professionista che vi farà un lavoro a regola dell'arte. In caso in cui invece avete fatto da soli e per inesperienza o altro avete fatto degli errori di calcolo, bisognerà recuperare immediatamente, aggiungendo pop up dove servono, cambiando le testine o semplicemente testando l'impianto, ricavando i famosi millimetri che servono a gestire correttamente l'acqua di un tappeto erboso. Tutte le zone del prato devono ricevere acqua, alcune zone di più, come le zone prettamente al sole, alcune zone di meno come quelle in ombra. L'evapotraspirazione delle due zone non è la stessa e l'impianto andrebbe tarato dividendo le zone al sole da quelle in ombra. Così facendo si possono diminuire i millimetri d'acqua solo nelle zone in ombra. Se l'esposizione è la stessa, pluviometri alla mano e controlliamo che l'acqua arrivi omogenea da per tutto. A proposito, le zone maggiormente danneggiate dalla carenza idrica di solito sono quelle vicino ai camminamenti poiché la richiesta idrica è maggiore. Bene, possiamo scavare qualche centimetro dal cordolo ed inserire un isolante termico, di solito un paio di centimetri bastano. Vi sono in commercio isolanti che vengono usati per i vasi in metallo, appunto per evitare il surriscaldamento. Possiamo agire anche con concimazioni organiche  per strutturare il suolo, preferibilmente su tutto il prato, questo comporterà a lungo andare la creazione di colloidi organici, che tratterranno maggiormente acqua e nutrienti. L'anno scorso con lo stesso problema ho usato della zeolite, inserendo circa 4kg al m2 . La zeolite  è un ottimo minerale, che trattiene acqua e nutrienti e rilascia al bisogno. Aumenterà anche lo scambio cationico al suolo. Attenzione però che in un suolo troppo argilloso ne va valutata l'applicazione. Parlo comunque di un suolo di medio impasto senza particolari problematiche. L'inserimento di una sub irrigazione creando una zona dedicata potrebbe risolvere il problema, ma attenzione alle lavorazioni nel terreno come bucature, oppure un pop up esterno dedicato. Nella pratica estiva, consolidata la presenza di questa problematica l'unico modo di tamponare il problema è un irrigazione manuale aggiuntiva senza sovradosare l'acqua al resto del prato. Sarebbe bene, nella progettazione di un tappeto erboso, tenere conto di tutte le problematiche esistenti, cosa che purtroppo fanno in pochi.  Un altro  problema da stress idrico molto comunque è situato nelle vicinanze di arbusti, siepi o alberi, che ovviamente avendo radici più importanti, effettuano la classica competizione, rubando letteralmente acqua e nutrienti al prato. Provvediamo a realizzare una linea di irrigazione dedicata alle siepi e mettiamo un classico collare ai piedi della pianta con pacciamatura. Non voglio andare OT ma anche le piante vanno bagnate e concimate. Un diradamento da stress idrico, prevede di solito una trasemina, verifichiamo comunque che l'erba sia effettivamente morta prima di procedere e non solo in stato di quiescenza. Le specie rizomatose, resistono parecchio tempo senza acqua, prima di morire.
  3.  Malattie del tappeto erbosoprovocate da situazioni come elevata umidità persistente, ristagno idrico, carenza idrica, troppo azoto a pronto effetto o poco azoto, mal gestione, tagli troppo bassi, mancanza dell'equilibrio tra  micro e macro porosità al suolo oppure mal gestione generale. Cerchiamo anche di capire che tipo di malattia ha colpito il nostro tappeto erboso. Non è detto che sia una patologia che colpisca solo a livello fogliare e che le radici non siano state minimamente danneggiate. Ciò vuol dire che basterà attendere il recupero naturale della pianta, sostenendola. COSA FARE : Una patologia in piena estate su microterme è una cosa abbastanza comune da vedere. Quest'anno tra rhizoctonia solani, pyricularia grisea, pythium blight ne abbiamo viste di tutti i colori. Benché non sia proprio favorevole all'uso di anticrittogamici, di fronte a certe patologie come pythium o gray leaf spot su lolium in corso, bisognerebbe trattare per bloccare l'attività del patogeno. Se non siete in possesso del patentino abilitante, chiamate un professionista. Il trichoderma dato ad agosto a 35 gradi con attacco di Pythium in corso non funziona, ormai è tardi, dovevate attivarvi per una prevenzione adeguata. In caso compratelo, ma tenetelo per una corretta gestione di prevenzione alle giuste temperature e corretti inoculi. In seguito o meglio parallelamente, eseguire  pratiche agronomiche corrette ed aggiustare il tiro, qualche errore sicuramente è stato fatto. Che siate fautori o no della chimica, l'importante  è procedere alle giuste azioni e  sistemare il problema o almeno non peggiorarlo. Non camminate sul prato, cercate di capire se state somministrando troppa acqua, anche estraendo una porzione di substrato lontano dal patogeno. Alla mattina syringing per eliminare la rugiada e bloccate le irrigazioni. Fermate momentaneamente le concimazioni e fatevi aiutare da un esperto  nel riconoscimento del patogeno in modo che possa indirizzarvi nel proseguimento corretto della gestione.   Per prima cosa però bisogna saper riconoscere il segnale e agire in tempo per evitare danni ulteriori. Potete trovare qui l'articolo INGIALLIMENTO ; CARENZA IDRICA O MALATTIA? e anche  COME EFFETTUARE UN TRATTAMENTO ANTICRITTOGAMICO.  Per accorgersi ovviamente del problema bisogna dedicare qualche minuto nell'osservare il tappeto erboso, cosa che vi permetterà di avere tempestività d'azione. Spesso vedo foto dove non è rimasto nulla e magari sarebbe bastato poco per riprendere le redini della situazione. TEMPESIVITA', bisogna imparare a riconoscere i sintomi del malessere. Nel frattempo dovremmo cercare di capire la causa scatenante o nell'immediato dove stiamo sbagliando e procedere subito alle pratiche agronomiche corrette. Stiamo irrigando di sera? Abbiamo un substrato che è zuppo d'acqua e sta producendo marciume? Troppa acqua ma anche poca acqua stressa il prato tanto da farlo ammalare. In sostanza ci sono malattie come Pythium dove difficilmente non dovremo effettuare una trasemina, forse se preso in tempo, considerata una patologia  molto virulenta e veloce nella propagazione.  Altre malattie  invece, come Rhizoctonia se presa in tempo su piante adulte, difficilmente risulteranno eradicanti e quindi basterà più avanti, togliere il secco per poter far ripartire da sola la parte danneggiata. Come vedete la gestione conta moltissimo, soprattutto durante la patologia. Anche la specie colpita dalla patologia conta molto, alcune patologie colpiscono specie effettuando solamente danni estetici, altre invece portano direttamente alla morte la pianta. In base alla virulenza decideremo se è il caso di effettuare una trasemina nei punti danneggiati o meno. Facendo una riflessione,  in un classico mix festuca e poa capita a volte che il prato si ammali sempre e solo un punto preciso facendo danno alla festuca. Questo probabilmente è uno dei casi in cui sarà bene far colonizzare la poa pratensis. E' probabile che sotto ci sia scheletro che andrà rimosso, oppure che quel punto soffra di eccessiva compattazione, o che sia proprio un punto dove di acqua ne arrivi meno o troppa o altro da valutare sempre accompagnati da un esperto o se siete in grado da soli a step.      
  4. Larve radicivore, che vivono nel nostro terreno, deposte in precedenza dall'insetto adulto, come atto di riproduzione della specie e con movimenti verticali arrivano nella rizosfera a contatto con le radici per nutrirsi e una volta saziate, tornano più in profondità scavando, con le loro zampette.

    Possiamo ipotizzarne la presenza, se corvi o uccelli si poseranno sul nostro prato e scavando con il becco lasceranno delle zone molto rovinate. COSA FARE : Il primo sintomo della presenza larvale è lo stress idrico, poiché questi animali sono radicivori, le radici delle nostre piante saranno letteralmente divorate, successivamente, la pianta non riuscendo più ad assorbire acqua assumerà inizialmente il classico colore scuro da carenza per poi morire diventando color paglierino. Al primo segnale, dovremo intervenire immediatamente, capendo subito se si tratta di carenza idrica, quindi irrigando, oppure, tirando le foglie verso l'alto. In caso dovessero rimanere in mano senza apparato ipogeo, scavare e verificare la presenza di larve da trattare immediatamente con l'unico principio attivo registrato, il  Chlorantraniliprole.  Per questo problema, visto che gli attacchi larvali sono di solito virulenti, la trasemina, molto probabilmente, sarà obbligatoria, ma prima cerchiamo di eliminare l'ospite sgradito. Bisogna ricordarsi che la prevenzione qui conta moltissimo, esistono micro organismi, in libera vendita, che possiamo inserire all'interno del nostro prato e che hanno il compito e la funzione di parassitizzare il nostro ospite. Si tratta di funghi entomopatogeni  ad esempio Beauveria bassiana e Metarhizium anisopliae, usati nella lotta biologica contro insetti e parassiti  sia in agricoltura che nel nostro giardino. 

    Questi organismi lavorano per contatto con l'ospite, quindi dovremo, sia  inoculare il nostro tappeto erboso che  essere costanti nelle applicazioni e soprattutto con sistemi di inoculo corretti dal punto di vista agronomico.

    I due ceppi citati in precedenza, stabiliscono quindi  una colonizzazione endofitica e di conseguenza risulteranno meno presenti  nella colonizzazione della rizosfera.

    Favoriscono quindi  lo sviluppo dell’apparato ipogeo e di conseguenza, se in salute,  produrranno enzimi che degraderanno la larva stessa, agendo a loro volta come un parassita del parassita.

    Sono batteri aerobici che entrano in simbiosi con la pianta stessa, tanto che la pianta cede una parte di nutrienti pur di averli vicino. Possiamo usare anche del Bacillus Thuringiensis della varietà Kurstaki.

    Si tratta di batteri, utilizzati anch'essi nella lotta biologica ai lepidotteri, produce quindi spore, che emettono una proteina tossica per la larva.

    Funziona  per ingestione, quindi una volta che larva si è nutrita di questo batterio, il bacillus rilascia protoxina, che si attiva nel  tratto intestinale della larva. La stessa morirà nel giro di poco tempo. Altro medoto molto efficace sono i nematodi che  entrando nel corpo della larva rilasciano batteri, che  uccidono la larva.  Gli stessi nematodi in seguito, si nutriranno del corpo e si riprodurranno al loro interno formando nuove colonie che andranno alla ricerca di nuove larve.

    Vivono in ambienti umidi, quindi l'inoculo di questi organismi è di difficile applicazione, senza il giusto grado di umidità del suolo.

    La specie corretta di nematodi da acquistare, sono gli entomopatogeni, o entoparassitari.

  5. Errata scelta della cultivar, molte volte purtroppo, forse troppe, si seminano delle specie che proprio in quel posto o in quel punto del nostro prato, proprio non vanno, si diradano, soffrono, come sotto un albero ad esempio, vicino alle siepi. Si crea quindi, soprattutto in un substrato non adatto, molta umidità stagnante e mancanza del corretto circolo d'aria. In una zona particolarmente ombreggiata, sistemato appunto il substrato, dovremo puntare a cultivar molto tolleranti all'ombreggiamento come ad esempio una festuca ovina, piuttosto che rubra che aimè hanno il difetto di essere poco tolleranti al calpestio. Studiare bene gli spazi ed effettuare delle scelte corrette fin da subito, vi permetterà di non rincorrere problemi successivamente. COSA FARE :  L'errata scelta della cultivar porta inevitabilmente a problemi di gestione. In questo caso, bisogna valutare in primis se il terreno è drenante, non è detto che sia lui la causa dei ristagni che ogni anno provocano diradamento e non la specie seminata, valutiamo anche la quantità d'acqua somministrata. In un prato all'ombra è ancora più importante che il substrato sia leggero, drenante. L'ombra non è la stessa da per tutto, possiamo quindi distinguere tra ombra statica e ombra dinamica. L'ombra statica si trova adiacente a muri, case, tutti  particolari fissi che rimangono statici. L'ombra dinamica invece è data dalla copertura di arbusti, siepi. A seconda degli eventi, sole, esposizione, caduta delle foglie, si avrà più o meno luce. Calcolare quindi sempre le ore di luce diretta al tappeto erboso in quella zona, per capire quale specie si adatta meglio al nostro specifico caso.

    Ipotizziamo comunque  sotto chioma, in ombra con solo 3 ore di luce diretta al giorno, il terreno è corretto, drenante, ammendato, nutrito, ma il prato si dirada, come un poa pratense ad esempio, che tollera male le  poche ore di luce. Sappiamo che la luce diretta è importante per la fotosintesi, ma se abbiamo parti particolarmente ombreggiate dovremo fare un compromesso. Ricordiamo che all'ombra le foglie si assottigliano molto e sono più deboli, le foglie dell'albero possono cadere e fare ulteriore ombra. Come menzionato prima sarebbe bene fare un collare per evitare questo fenomeno, ma se l'area è comunque parecchio alberata o  ci piace vedere l'erba che arriva fino al tronco, allora scegliamo ad esempio della festuca rubra rubra o commutata, ovina con una piccola percentuale di lolium. Queste piante di solito, non sono molto tolleranti al calpestio e neppure ai tagli bassi. Se il resto del prato è al sole dovremo studiare un mix perfetto, per evitare di avere ulteriori problematiche, dalla gestione alla qualità estetica.

  6. Diradamenti da danni meccanici, calpestio; I nostri figli o i nostri cani, sfruttano  il nostro tappeto erboso ma potrebbero effettuare danni meccanici. Lo stesso vale per tappeti erbosi molto sfruttati, come ville per eventi dove la manutenzione dovrà essere maggiore, rispetto ad un tappeto erboso ornamentale poco calpestato e la cultivar dovrà essere scelta con molta cura. Ci piace fare il BBQ sul prato e abbiamo lasciato qualche macchia o abbiamo installato una piscina ed è rimasta la forma a fine stagione. COSA FARE : Dipende dal tipo di danno, premetto che per quanto mi riguarda, bisogna sfruttare il tappeto erboso, fare giocare i figli, giocare a pallone con loro, vi sembrerà di stare allo stadio. Non abbiate paura, fruite sempre del vostro prato, anche se a volte i danni meccanici possono rovinare il manto erboso si possono sempre riparare. Piccoli danni, piccoli buchi possono essere chiusi all'istante con una forchetta avvicinando le estremità al centro e poi compattando un pochino con un rullo e facendo alla fine qualche bucatura. Non vedrete più nulla. Grandi buchi, grandi danni, necessiteranno di una trasemina, compresa eventuale zona della piscina rimossa.  L'erba bruciata da BBQ potrebbe anche ricacciare, dipende dal tipo di bruciatura, non vale lo stesso se cadono a terra sostanze liquide o almeno dipende dalla sostanza. Attenzione al sale, aceto, tutti diserbanti totali che creano non sono danno meccanico o bruciatura ma anche problemi al terreno. L'eccessivo calpestio può essere mediato con applicazioni di ossidi di silicio il giorno precedente e nei giorni successivi piccole applicazioni di amminoacidi assieme a  0.3 g /m2 urea, giusto per ristabilire il tono e nutrizione. Se il tappeto erboso ha in corso una patologia siate coscienti che con il calpestio, probabilmente verrà portata ovunque. Se vi serve avere il tappeto erboso, per un ricevimento, optate per vernici atossiche prettamente studiate allo scopo, che vi daranno nell'immediato il risultato estetico. Applicatele qualche giorno prima, in modo da asciugare per bene. Questa soluzione potrebbe essere adottata anche da privati esigenti, in commercio attualmente esistono prodotti molto validi e poco costosi, l'ultimo arrivato molto valido, protegge dai danni UV e apporta anche microelementi.  L'eccessivo calpestio deve essere poi bilanciato con una cultivar adatta e con una gestione e manutenzione adeguata che non sarà assolutamente la stessa di un prato prettamente ornamentale non vissuto. In caso quindi, vi siete accorti solo successivamente, di sfruttare molto il vostro tappeto erboso e avete scelto una cultivar non molto tollerante al calpestio, potrebbe tornare utile la trasemina con aggiunta di una specie o mix o blend specifico, studiato apposta e bilanciato con la parte di prato già esistente. Meno diradamenti, più tolleranza al calpestio, maggior recupero, minore saranno le trasemine future. Aumenterà successivamente la gestione e l'apporto di nutrizione. Di natura una pianta sfruttata va nutrita di più.  Aggiungo anche che il calpestio, porta inevitabilmente al compattamento del suolo, prima di effettuare trasemina, bisognerebbe effettuare anche carotature e apporto di sabbia per alleggerire il substrato. L'ammendatura con sostanza organica è sempre consigliata in fase di lavorazioni al terreno.   
  7. Terreno non adatto, compatto, idrorepellente, asfittico; più di una volta ci siamo soffermati sull'argomento, considero quindi, questo punto tra  i più importanti per una buona riuscita di un prato. Il terreno asfittico è la maggior causa di diradamenti in maniera diretta ed indiretta. Diretta poiché senza aria e acqua in maniera bilanciata, le radici non saranno mai in salute (e quindi neanche la pianta) e indiretta perché prima di morire il prato vi farà penare parecchio, tra malattie ed ingiallimenti vari. COSA FARE: Il vostro prato è stato seminato o posato sul terreno che avete trovato in loco, senza curarsi minimamente di effettuare correzioni o migliorie. Questa è la situazione che riguarda la maggior parte dei casi, nessuno ha verificato la composizione, nessuno ha effettuato un test di sedimentazione, nessuno è stato informato dei fatti. Adesso il problema è che avete un prato diradato, compatto, asfittico. Nulla è perduto ma rimbocchiamoci le maniche perché ci sarà da lavorare. Alleggeriamo in substrato con carotature e apporto di sabbia. Se il terreno è davvero troppo duro, vi consiglio una carotatrice a scoppio da noleggiare in un garden ben fornito. Se la zona è in ombra, aumentiamo le carotature rispetto alla zona soleggiata. Sostituire poi le carote di argilla/limo con sabbia silicea,  chiudendo il tutto con un top dressing. Questa operazione se il substrato è particolarmente asfittico andrà ripetuta a cadenza annuale ed intervallata da bucature, chiodature. Le carotature faranno in modo di sostituire più argilla possibile nel tempo. Bisognerà effettuare successivamente, un percorso di nutrizione adeguata, poiché l'apparato radicale in certe condizioni assorbe poco nulla. Spoon feeding e concimazioni organiche potrebbero fare al caso vostro, più che altro ci sarà da fare un vero e proprio percorso migliorativo studiato appositamente. Se il caso è disperato, dove neanche le infestanti sono nate per eccessivo compattamento e non avete più una zona con erba presente, sarà il caso di rifare il top da zero, risolvendo la maggior parte dei problemi legati al substrato. La fresatura dei primi centimetri aiuta nell'immediato ma se non si modifica la composizione del suolo, nel tempo tornerà tutto come prima. Nei terreni pesanti è consigliato l'uso di umettanti a calendario 12 mesi all'anno, ne abbiamo parlato qui AGENTI UMETTANTI E SURFATTANTI O TENSIOATTIVI.

      

 

COME ESEGUIRE UNA TRASEMINA E RIGENERAZIONE

 

Valutiamo nell'insieme il lavoro che deve essere eseguito, la giusta scaletta delle operazioni e la scelta dei macchinari ci condurranno verso un lavoro con risultato certo.

Valutiamo quindi le migliorie che dovranno essere apportate al nostro prato in base anche ai problemi che abbiamo precedentemente riscontrato e le operazioni che dovranno essere eseguite per necessità.

Il consiglio è quello comunque di dare un occhio allo stato di salute dell'apparato radicale, incidendo una piramide rovesciata al suolo e osservando il colore delle stesse radici, sia nelle zone con prato vegeto, sia nelle zone secche, si potrà così verificare l'attività della pianta stessa e capire se puntare al recupero oppure traseminare e quanto traseminare.

Cerchiamo anche di avere tutto il materiale a disposizione, prima di iniziare il lavoro. 

Ci servirà in linea di massima, un arieggiatore a lame, a molle o lo stesso a cartucce intercambiabili, attrezzatura da giardino semplice, qui trovate degli esempi Gli attrezzi del mestiere, la semente per la trasemina che in generale deve essere LA STESSA della semina. Non cambiate con i cosiddetti rigeneranti perché non avete la pazienza di attendere qualche giorno in più di germinazione. La scelta della semente deve essere studiata ed è molto importante per la buona riuscita. Se l'area è parecchio grande sarebbe utile noleggiare macchinari professionali come una seminatrice o traseminatrice ed una sabbiatrice. Spandiconcime, come nebulizzatore o pompa a spalla dovremo già averli in casa. Ci servirà sicuramente un buon ammendante a buone quantità, che può essere liquido o granulare come una buona  leonardite oppure un organico granulare, pellettato o un mix dei due. Se siete amanti delle micorrizze, è il momento di somministrare spore o altro.

Ci servirà della sabbia e/o terriccio per tappeto erboso che in caso di carotature andrà a sostituire l'argilla del top soil e per eseguire un buon top dressing. Zeolite se necessaria in grani eliminando la polvere all'interno del sacco.

 

 

  • Procediamo per prima cosa al controllo delle infestanti, se  presenti.
  • Procediamo ad un taglio basso, circa 2.5/3 cm senza sollecitare il colletto della pianta.
  • Procediamo alle operazioni di sfeltratura; Nelle zone in cui è presente il prato, useremo le molle senza incidere il terreno, asportando il feltro e materiale indecomposto presente. In caso abbiate zone secche o particolarmente diradate, aree senza erba o erba morta, possiamo procedere ad un VERTICUT a lame, incidendo il terreno per qualche millimetro, per consentire una pulizia profonda . In entrambi i casi i passaggi possono essere molteplici e devono essere incrociati, bisogna partire con altezze adeguate per poi scendere pian piano fino all'altezza desiderata. Non usiamo macchinari a lame su erba presente, mentre su un giardino più contenuto si potrà usare l'arieggiatore manuale a lame, visto che sceglieremo noi l'intensità con cui agire. Facciamo attenzione a segnalare gli irrigatori con apposita strumentazione visiva. Ne parliamo meglio qui ARIEGGIATURA - VERTICUT o DETHATCHING
  • Procediamo alla raccolta del feltro o cotico erboso morto, con un tagliaerba, facendo più passaggi per una maggiore pulizia. In fine procedere con un rastrello morbido per una maggiore pulizia.
  • Procediamo alle operazioni di carotatura o bucatura con attrezzo manuale o a scoppio, in base all'area di lavoro, se necessario. Eliminiamo le carote e puliamo di  nuovo bene l'area con rastrello o altro e se necessario ripassare il tagliaerba. Come vedete il tagliaerba rotativo è fondamentale e ancor più, che abbia un'aspirazione molto potente. 
  • Procediamo alla creazione di tracce con vanga o catenaria per modificare impianto di irrigazione se necessario e richiudiamo cercando di pareggiare il più possibile con il piano. Prima di chiudere sarà bene verificare con pluviometri alla mano, la riuscita del lavoro.
  • Procediamo quindi ad un'ammendatura al suolo con sostanza organica, inserimento zeolite se previsto e necessario.
  • Procediamo al top dressing di sabbia o terriccio con un level lawn cercando di livellare il più possibile il piano, oppure con una sabbiatrice distribuendo la sabbia in maniera omogenea.
  • Procediamo quindi alla trasemina, seminando inizialmente le zone senza erba e quelle più diradate con un dosaggio più basso, che poi andremo a completare subito dopo,  ovvero nel secondo passaggio, quando andremo a fare la vera trasemina generale.  Utilizzeremo il restante dosaggio rimanente dal massimo della dose da etichetta, uguale per tutta l'area. Non utilizziamo dosi piene da per tutto, possiamo creare nelle aree con erba presente, del sovraffollamento e la qualità del lavoro finale verrebbe meno. 
  • Procedere a questo punto ad una rullatura generale facendo avanti ed indietro.
  • Procedere al secondo passaggio, un velo di terriccio o sabbia per coprire il seme e successiva rullatura.
  • Procediamo a questo punto alla concimazione starter se necessaria, facendo attenzione a non fornire troppo azoto che farà crescere le piante esistenti a discapito delle future. 
  • Acqua di irrigazione più volte al giorno per qualche millimetro, in modo da tenere sempre il substrato umido. Il terreno, finita l'estate è molto caldo, bisogna fornire la giusta acqua e le germinazioni saranno  veloci.  Nei giorni precedenti il consiglio è di procedere ad irrigazioni molto, molto profonde, quasi alla capacità di campo, aggiungendo un surfattante idratante, per sfruttare al meglio l'umidità del suolo.

Di seguito, alcune possibili operazioni da effettuare, prima di procedere alla trasemina  :

 

LE CAROTATURE SUL TAPPETO ERBOSO

L' AMMENDATURA DEL TOP SOIL       

COME MIGLIORARE UN SUBSTRATO ARGIILLOSO

LE BUCATURE SUL TAPPETO ERBOSO

 

 

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Commenti

Carlo
un anno fa

Bellissimo articolo, spiega tutto in maniera chiara e precisa. Finalmente una guida seria per noi neofiti.

SEMPRE AL VERDE
un anno fa

Ciao Carlo, grazie!
Continua a seguirci per altri articoli interessanti.

Paolo Zulian
un anno fa

Grazie mille per tutte le esaustive informazioni!

SEMPRE AL VERDE
un anno fa

Ciao Paolo,
Ti ringraziamo, continua a seguirci per altri articoli interessanti.