Ben ritrovati Amici di Sempre Al Verde,
Il suolo ha un'importanza fondamentale nella coltivazione di ogni cultura e questo concetto è da comprendere e sottolineare anche nella gestione del nostro tappeto erboso.
Mi è piaciuta molto la frase che Dott. Agr. Riccardo Dal Fiume ogni tanto riporta, che vorrei scrivere qui :
''COLTIVATE IL TERRENO, NON LA PIANTA''
Molte volte la salute del nostro prato, rispecchia proprio la salute del terreno stesso, diradamenti, disomogeneità, prati che stentano a partire e che quasi arrancano anche in condizioni di temperature favorevoli alla specie.
Possiamo migliorare e crescere, applicando questo concetto e di conseguenza aumentando la salute del suolo che rappresenta una risorsa da preservare poiché limitata.
E' necessario quindi non solo raggiungere ma mantenere e aumentare il livello di fertilità attraverso applicazioni di sostanza organica. Possiamo definire il tappeto erboso una coltivazione intensiva, pensateci bene, stessa specie, in quasi tutti i casi graminacee, stesso suolo, nessuna rotazione colturale.
Chi coltiva, produce e zolla tappeti erbosi sa benissimo di cosa sto parlando, poiché anche i professionisti in questo senso, applicano rotazioni di campi per far funzionare le cose.
Consideriamo anche nel tempo una perdita di biodiversità dettata da applicazione di agrofarmaci tra cui anticrittogamici o diserbanti che aiutano nella gestione certo, ma dall'altra parte limitano la pedofauna benefica, microrganismi utili, che andranno reintrodotti, anche con nuove colonie per migliorare e limitare più possibile l'utilizzo di chimica all'interno della nostra abitazione.
La questione sostenibilità e limitare quindi l'utilizzo di chimica è profondamente legata al suolo sano, con la giusta aria e la corretta fertilità parallelamente ad una corretta gestione applicata, quindi informazioni che cerchiamo nei nostri articoli di trasmettere.
Bisogna fare uno switch mentale, la chimica non ci verrà in aiuto per sempre, con le nuove limitazioni tra qualche tempo rimarrà ben poco di registrato e gestire un prato al naturale vi donerà immense soddisfazioni, potete credermi sulla parola.
IL SUOLO E' VIVO
IL SUOLO è vivo e contiene una grandissima quantità di microrganismi, miliardi e miliardi di unità che necessitano di sostanza organica per vivere e per compiere il loro lavoro, ovvero migliorare la qualità della nostra coltura.
La sostanza organica è un insieme di composti di origine mista, animale e vegetale contenente carbonio e humus, ovvero sostanza organica stabile che ha funzioni anche fisiche oltre che chimiche, come migliorare la struttura del suolo stesso, migliorare la ritenzione idrica, aumentare la capacità di scambio cationico tramite chelazione di moltissimi elementi nutritivi già presenti nel terreno, come calcio, magnesio e potassio ma anche microelementi e riduce la retrogradazione del fosforo che altrimenti diventerebbe insolubile nella soluzione circolante.
Una percentuale corretta di sostanza organica al suolo potrebbe essere compresa tra il 3 e il 5%, un dato che va ottenuto e mantenuto ed è possibile verificare, il contenuto di carbonio organico al suolo tramite la sempre consigliata analisi, che indirizza il manutentore a scelte consapevoli senza considerare il risparmio in termini economici, per quanto riguarda la somministrazione di elementi già presenti in abbondanza e per giunta disponibili.
L'Humus è una molecola molto più complessa e differente del restante carbonio organico presente al suolo come amminoacidi e proteine che vengono erose e trasformate con facilità dai microrganismi.
L'Humus persiste nei terreni ed è l'elemento fondamentale che indica il valore di fertilità essendo ad alto peso molecolare e deriva da reazioni dove vengono coinvolte anche sostanze inorganiche chiamati catalizzatori ma ovviamente contiene anche composti organici molto vari nella sua struttura.
La quantità di sostanza organica del suolo dipende dall’equilibrio tra i vari processi ma anche condizioni climatiche come umidità, temperature, PH del suolo, ma anche operazioni meccaniche al suolo stesso, come areazioni tramite pratiche agronomiche, che favoriscono l'attività aerobica e di conseguenza la mineralizzazione.
Un terreno sabbioso mineralizza di più di uno argilloso oppure a temperature maggiori ci sarò un processo di decomposizione maggiore, mentre in temperature più fredde avverrà maggiormente un processo di accumulo.
Quando la sostanza organica viene applicata al suolo viene scissa da batteri chiamati eterotrofi, ovvero organismi che si nutrono di altri organismi, trasformandoli in composti sempre più semplici per trarre la loro energia vitale, mentre alla fine del loro ciclo vitale diventeranno parte integrante della sostanza organica al suolo.
Per quanto riguarda la tipologia di sostanza organica possiamo trovare sostanze semplici che vengono trasformate con facilità come amminoacidi, zuccheri che vengono resi disponibili nel breve ma non hanno persistenza nel suolo e sostanze più complesse, alcune addirittura non solubili in acqua e persistono nel lungo periodo come la lignina.
I polisaccaridi derivati dalle cellulose sono i composti attivi sulla struttura dalla lignina e sono la base dell'humus. Sostanze organiche poco lignificate sono di rapida mineralizzazione, forniscono quindi rapidamente elementi nutritivi come concimazione organica, ma hanno effetti trascurabili sulla formazione di humus.
Possiamo affermare che nell'utilizzare sostanza organica umificata vi è un miglioramento della struttura del suolo con maggiore aggregazione delle particelle minerali ed una migliore circolazione di aria con una migliore capacità di ritenzione idrica e parallelamente un miglioramento della capacità drenante.
L'Humus migliora la salute della pianta anche a livello ormonale e stimola l'apparato radicale, stoloni e rizomi.
La formazione di Humus è un processo chiamato umificazione che portano man mano che il processo procede alla formazione di acidi Umici e Fulvici e Umina.
Possiamo nel suolo identificare i processi che riportiamo sotto, per avere un quadro generale :
DEGRADAZIONE ORGANICA :
A seconda della natura o matrice, la sostanza organica si degrada in maniera differente con velocità di degradazione differente. Il lavoro microbico, il suolo e le temperature influenzano questo processo.
Si parla quindi di aerobiosi o in assenza di aria di anaerobiosi dove i processi vengono limitati con ridotta formazione di cellule microbiche.
L'UMIFICAZIONE :
Il processo di umificazione consiste nella formazione di molecole sempre più grandi e complesse con processi chiamati resintesi e polimerizzazioni.
La sostanza organica presente, oppure il nostro concime, si trasforma tramite microrganismi, più o meno velocemente a seconda della tipologia della S.O. distribuita.
I batteri quindi, demoliscono la struttura vegetale, degradando più velocemente zuccheri e amminoacidi, mentre se la sostanza organica, sarà a base cellulosa o lignina, la degradazione sarà più lenta.
Sempre i batteri, degradando, modificheranno e fisseranno il rapporto C/N del nostro concime ad un valore di circa 10, qualunque valore iniziale fosse in precedenza.
LA MINERALIZZAZIONE :
L'humus prodotto dall'umificazione, verrà trasformato, sempre grazie ai batteri, in altri elementi, come H20 e C02 (acqua e anidride carbonica) e azoto ammoniacale, che nutriranno in seguito la pianta. E' quindi una trasformazione del carbonio, azoto ed altri elementi come fosforo e zolfo, in forma minerale, liberando ammoniaca e anidride carbonica, trasformazione che avverrà a PH acido.
Si considera un terreno fertile con il 4/5 % di humus stabile, considerando che all'anno la mineralizzazione dello stesso è circa 1 massimo 2%
Di solito, sono i terreni boschivi o forestali ad essere molto fertili e molto attivi, fino ad arrivare anche al 7/8 % .
L'IMMOBILIZZAZIONE:
Questo dipenderà dal rapporto C/N della sostanza organica più sarà maggiore il rapporto del carbonio, più la richiesta d'azoto sarà accentuata portando all'effetto chiamato priming (influenza del tasso di decomposizione). I batteri assumeranno azoto sotto forma ammoniacale e nitrica e la pianta potrà diventare carente.
La pratica dei batteri di prelevare l'azoto per procedere alla scissione delle molecole è anche chiamato sequestro di azoto. Per ovviare a questo processo è consigliato con rapporti superiori a 40/50 di inserire insieme anche una concimazione azotata in forma ammoniacale non inibita.
L AMMONIZZAZIONE
E' la formazione di azoto ammoniacale tramite operazioni microbiche al suolo, nel processo di mineralizzazione dell'humus.
LA NITRIFICAZIONE
L''ammoniaca per opera di batteri nitrificatori, viene ossidata fino a raggiungere la forma di nitrico dove sarà assorbita dalla pianta.
LA DENITRIFICAZIONE
E' un processo di reversione, che consente all'azoto nitrico di trasformarsi in gas che si disperdono nell'atmosfera, caratteristica di terreni asfittici con poca aria, troppa acqua o entrambe. Un processo che diminuisce la resa.
LA LISCIVIAZIONE
E' un processo in cui nei terreni sciolti, gli elementi non vengono trattenuti o vengono persi tramite effetto dello scorrimento e percolazione dell'acqua. In questo caso gli elementi migrano in stadi del terreno più profondi.
Possiamo introdurre vita benefica.
Nel suolo c'è vita, le trasformazioni avvengono tramite organismi e processi chimici, introduciamo l'argomento simbiosi e come alcuni funghi micorrizici stabiliscono una simbiosi con la pianta nella fascia di suolo chiamata rizosfera.
I funghi introdotti si stabiliscono in prossimità delle nostre radici e ne migliorano di gran lunga le prestazioni, stimolando processi di solubilizzazione dei nutrienti.
I funghi micorrizici definiti arbuscolari e conosciuti con il nome di simbionti, colonizzano il terreno e formano una vera e propria associazione con la pianta dove entrambi ne trarranno beneficio.
I funghi devono necessariamente entrare in simbiosi con l'apparato radicale e formano IFE che funzioneranno da estensione della radice stessa, recuperando elementi immobili come il fosforo ed esplorando il suolo maggiormente.
La maggior esplorazione apporta benefici in termini di resistenza alla siccità, nutrizione (maggior suolo esplorato = più elementi disponibili), maggior resistenza alle avversità biotiche come patologie (la pianta si ammala anche se non è in equilibrio) un maggior stato di salute corrisponde ad una risposta maggiore e migliore alle avversità.
I funghi sono già presenti in natura e si trovano in percentuale più o meno alte a seconda del suolo, la simbiosi viene chiamata mutualistica quando entrambi ne traggono beneficio. Per aumentare e sostenere ma anche differenziare le colonie è necessaria l'introduzione di spore chiamato anche inoculo starter che andrà somministrato correttamente.
I funghi arbuscolari come GLOMUS intraradices migliorano la produzione di essudati radicali e vengono definite endomicorrize.
E' necessario che le spore a entrino contatto con le radici, quindi in fase di lavorazione al suolo come carotature, bucature e mischiarle alla preparazione di terricci/compost e materiale organico che abbiamo scelto prima della fase di lavorazione. Di solito i prodotti commerciali sono accompagnati con altri funghi come Trichoderma ecc.
Procedere alla micorrizazione in semina o trasemina è una pratica consigliata, vi è più facilità di destinare le spore al terreno a patto che non si usi del fosforo che può danneggiare il processo corretto di simbiosi.
E' possibile successivamente effettuare richiami sotto forma di polveri bagnabili o in consorzi liquidi o granulari con UFC elevate da verificare in fase di acquisto del prodotto o formulato.
Più è alto il numero meglio sarà. Il PH del suolo è un dato che non va sottovalutato in un'ottica di simbiosi, in terreni troppo acidi o troppo alcalini non avverrò la corretta pratica, si stima circa un range corretto compreso da 5.3 e 7.8.
Conoscere il PH al suolo è fondamentale e permette di verificare gli elementi disponibili.
In fase di inoculo evitare chimica che può influire negativamente sul risultato.
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Commenti
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Stupendo articolo interessantissimo.