ALLA RICERCA DEL LOIETTO PERDUTO con Dott. Agr. Riccardo Dal Fiume

Pubblicato il 6 maggio 2024 alle ore 11:55

Ben ritrovati Amici di Sempre Al Verde,

 

Che fine ha fatto il lolium nei mix di microterme?

 

Ne abbiamo parlato qui, in questo articolo con Dott. Riccardo Dal Fiume, un super professionista del tappeto erboso sportivo ed ornamentale, inutili le presentazioni di un BIG del settore tappeti erbosi come Riccardo, vi lascio il link, andate a curiosare voi stessi :  :       http://www.dalfiumeagronomo.it/

 

Recentemente Riccardo ha anche sviluppato dei corsi on line sul tappeto erboso per appassionati, li trovate su sito www.accademiadelprato.it  o cliccando il logo sottostante.

 

Ci ha incuriosito molto il suo video girato in epoca covid ed abbiamo chiesto di approfondire il discorso.

 

Guardate il video :

 

RDF : Il  video rimane comunque attuale, anche se ad oggi c’è un po’ la rincorsa alla gramigna come specie pioniera ai cambiamenti climatici.

In periodo covid forse si parlava meno di cambiamento climatico ma oggi vorrei focalizzare l’attenzione sul lolium  in un’ottica di miglioramento di un mix con festuca.

 

SAV:  Ci parli un po’ del loietto? E’ una specie presente in Italia da diversi anni.

 

RDF: Esatto, il loietto nasce da un punto di vista evolutivo nel sud Europa e già questo può far pensare che può essere una specie adatta o adattata al nostro ambiente poiché le sue origini, evolutivamente parlando, sono proprio negli ambienti del nord mediterraneo.

Seconda cosa importante, il loietto è la principale specie che nei secoli scorsi ha dominato i tappeti erbosi del nord Europa e prendendo formazione e informazione da quelle zone, inevitabilmente lo abbiamo adottato in Italia anche se ha delle caratteristiche non proprio adatte a tutto il clima italiano.

 

SAV: Quali sono le caratteristiche negative della specie sul nostro territorio?

 

RDF: Al caldo tende a soffrire, non avere un apparato radicale particolarmente performante, almeno non come la festuca, il colpo di grazia all’utilizzo del loietto nei giardini c’è stato nei primi anni 2000 quando sono state importate le prime vere varietà di Festuca arundinacea “turf-type”, le prime vere selezioni da tappeto erboso dagli Stati Uniti.

In quel momento ci siamo accorti che la Festuca poteva essere una specie vincente nella maggior parte dei nostri ambienti, per cui il loietto è stato pian piano accantonato e messo in secondo o terzo piano.

 

SAV: In quel periodo la maggior parte dei prati erano in loietto e poa?

 

RDF: Si in pratica tutti erano composti da loietto e Poa pratensis più una percentuale variabile di festuche fini, perché questo era quello che avevamo ereditato dal nord Europa; il canale americano non c’era ancora o era davvero ridotto, perciò si facevano i prati con loietti, poa e festuche fini con varietà del nord Europa e con risultati non propriamente validi, ma si parla di 25 o 30 anni fa, dove il clima comunque dava ancora  una mano e le esigenze erano forse minori.

 

SAV: Quindi con l’arrivo delle nuove festuche arundinacee, il lolium è stato messo da parte.

 

RDF: Si, le festuche successivamente hanno dominato il mercato in tutte le realizzazioni ornamentali e solo dopo, alla luce del fatto che ha subito migliorie genetiche importanti, il loietto è tornato ad interessare il pubblico.

Il loietto ha continuato a migliorarsi negli anni grazie alle richieste nell’ambito sportivo, dove fa ancora la parte del leone e che ha giustificato un continuo miglioramento ed investimento sulla specie.

Ho in mente un grafico che fa vedere chiaramente il miglioramento dell’aspetto estetico dei loietti come specie, intesa come somma delle varietà oggi presenti sul mercato, da 30 anni fa ad oggi, in cui si è passati da un valore medio di 4 (su scala 1-10), fino ad arrivare a 8, di fatto in questo tempo il loietto ha raddoppiato il suo valore estetico.

Aggiungo che, oltre l’aspetto estetico, il loietto ha migliorato la sua persistenza, la capacità di resistere ed essere resiliente e alla luce di questo sarebbe bene rivalutarlo e qui sta un po’ il punto dolente...

Gli attori del nostro mercato, che sono in prevalenza giardinieri e appassionati, si sono un po’ “cristallizzati” su quello che era una volta Lolium perenne, una specie quindi molto veloce, molto rapida nell’insediamento, una specie pioniera che serviva ad iniziare il percorso del tappeto erboso, ma che poi di fatto veniva sostituita e superata dalle specie più lente, come festuca e poa.

E’ pensiero comune, addirittura, che il loietto tenda a peggiorare il miscuglio, perché poco resistente alla siccità, al caldo, alle malattie, con una crescita verticale elevata.

Al contrario, tutti questi aspetti sono stati migliorati nella ricerca di questi anni, tra selezione varietale e miglioramento genetico. Oggi infatti abbiamo a disposizione varietà completamente differenti da quelle di 30 anni fa che hanno caratteristiche molto più vicine ad una poa piuttosto che ad un vecchio loietto come il Belida.

 

SAV: Secondo te la festuca ultimamente è preferita al Lolium anche per la foglia estremamente fine che si trova su alcune varietà?

 

RDF: In realtà il successo delle festuche arriva da lontano, 30 anni fa ho avuto la fortuna di vedere le prime varietà americane importate di festuca, avevano foglie enormi, il loro successo deriva da una semplificazione nella manutenzione e ad un maggior adattamento alle condizioni estive, cosa che i vecchi loietti non riuscivano a fare.

Le varietà di festuca negli anni sono migliorate anche loro, ma non tanto sull’aspetto di resistenza climatica ma quanto sull’aspetto estetico, il loietto oltre che un  miglioramento dell’aspetto estetico, ha subito un miglioramento evidente in termini di resistenza ambientale ed è qui che vorrei puntare l’attenzione, superare il pre-concetto che il loietto serva solo nelle prime fasi di insediamento e poi basta e pensare, invece, che sia diventata una specie duratura, forte, persistente, a bassa crescita verticale, bella, tutte caratteristiche oggi richieste in un tappeto erboso ornamentale.

E’ questo il grande passaggio, ed è per questo che lo chiamo ‘’il loietto perduto’’, riferendomi alle più recenti varietà genetiche e non alle varietà di 25 o 30 anni fa.

Noi lo vediamo quotidianamente, tra l’altro convivono ancora le vecchie varietà con le nuove e c’è un abisso, proprio dal punto di vista del comportamento durante le stagioni.

 

SAV: Quali sono state quindi le migliorie più evidenti che sono state apportate e anche quelle meno evidenti?

 

RDF: Miglioramento della crescita verticale, dato che le vecchie varietà andavano precocemente in levata e di conseguenza lasciavano un vuoto attorno, poiché la crescita era solo verticale e accestivano pochissimo.

Questo comportamento è stato ribaltato nelle ultime varietà che accestiscono in maniera precoce, allargandosi sul terreno, senza contare le varietà stolonifere (che hanno la capacità di produrre dalla corona dei veri stoloncini determinati) o pseudo-stolonifere (che invece hanno conseguito un habitus strisciante attraverso il fatto che i culmi laterali si prostrano).

 

SAV: Produce gemme?

 

RDF: Si e vengono definiti pseudo-stoloniferi ma il risultato è molto simile, poiché invece di spendere energie per salire, si allargano lateralmente aumentando la densità del prato.

Le varietà comunque che vanno per la maggiore sono varietà cespitose ma fortemente cespitose e anche queste hanno sviluppato la capacità di coprire lo spazio attorno alla pianta madre.

 

SAV: La foglia rimane sempre fine.

 

RDF: Anche troppo, forse questo è un carattere che è sfuggito un po’ di mano nel loietto, come nelle altre specie.  Io ho la sensazione che l’eccessiva finezza fogliare porti con sé qualche rischio in più di debolezza, sia biotica che abiotica.

 

SAV: Di che rischi parliamo?

 

RDF: Secondo me una foglia più fine è più esposta a perdite idriche e meno resistente dal punto di vista della tenuta meccanica, secondo me dovrebbe essere un pochino rivalutato questo aspetto.

 

SAV: Si, il mercato cerca foglie sempre più fini, anche le festuche attuali non sembrano quasi festuche.

 

RDF: Si fa fatica anche a riconoscere i caratteri morfologici della pianta stessa, le foglie ormai hanno dimensioni che quasi non riesci a riconoscere le nervature, le punte, sono tutte filiformi, dal mio punto di vista sono esageratamente spinte.

 

SAV: La festuca è arrivata a tappo sulla ricerca genetica, il lolium invece?

 

RDF: Si anche il loietto, siamo arrivati con tutte le microterme principali, ulteriori miglioramenti significativi sono molto difficili nella selezione genetica massale, potrebbero esserci ulteriori miglioramenti con il ricorso dell’ingegneria genetica.

 

SAV: Che miglioramento può apportare i loietti moderni in un mix di microterme?

 

RDF: Il loietto lo interpreto come un compagno dei miscugli commerciali di festuca arundinacea e festuca/poa pratense, secondo me l’aggiunta di una piccola percentuale in peso (che può andare da 10 a 20 %), di loietti di nuova generazione, porta con sè il vantaggio di accelerare comunque la germinazione del prato che, dal punto di vista del rapporto con il cliente, ha un’importanza enorme. Infatti, festuca e poa non sono proprio dei “fulmini di guerra” nei tempi di insediamento e avere la possibilità di tagliare questo mix con lolium consente di far vedere al cliente una nascita più rapida (anche se parziale), unendo aspetti tecnici con aspetti commerciali e psicologici.

Da un punto di vista tecnico è una specie pioniera, contribuisce a tener fermo il suolo, occupa uno spazio che altrimenti potrebbe essere occupato da piante infestanti e in seguito mostra la sua bellezza, la sua compatibilità di crescita in altezza con festuca e poa, in inverno i loietti tendono a compensare la perdita di colore della festuca arundinacea con una maggiore ritenzione del colore.

Rimane un po’ il tallone d’Achille nella tenuta estiva ma anche qui i miglioramenti hanno fatto passi da gigante e sono molto meno sensibili alle patologie. Ho osservato anche che miscelare il mix festuca/poa,  con loietto, tipo un 80 10 10 (festuca/poa/loietto) non solo non altera l’equilibrio compositivo ma disturba fortemente, ad esempio, l’aggressione di Rhizoctonia solani ai danni di festuca, per merito della maggiore discontinuità tra le piante. Non è comprovato ed è una mia sensazione.

Allo stesso modo, le patologie del loietto, sono molto aggressive in condizioni di purezza del loietto, soprattutto a tagli bassi, quindi un prato di solo loietto è molto sensibile alle patologie estive.

Ma una debole presenza di loietto in un mix lo rende invece molto meno sensibile alle sue patologie: di fatto aumentando la biodiversità si ottengono vantaggi in termini di tolleranza alle patologie.

Questo è un po’ il concetto e vale la pena riprendere in mano il loietto come specie interessante e vantaggiosa per prati ornamentali, non parlo di prati in purezza, ma di continuare con la nostra Festuca arundinacea e poa, ma aggiungendo questo piccolo ma significativo ingresso di lolium, solo con varietà di ultima generazione.

 

SAV: Come va il loietto in ombra?

 

RDF: Benino, tagliato un pochino più alto, accestisce un po’ meno, ma in generale meglio della poa e un pochino peggio della festuca.

 

SAV: A livello invece di gestione, concimazioni, cosa cambia inserendo una percentuale di lolium nel mix?

 

RDF: Io non ho riscontrato differenza significative tra 90/10 o 80/10/10, anche la festuca se “mangia poco” resiste, ma se la vuoi bella la devi concimare. Non modificherei la gestione delle concimazioni, in inverno una buona concimazione tardo autunnale, forse qualche fogliare in più ma in sostanza lo accomuno molto alla poa.

Se abbiamo gestito bene un 90/10 automaticamente ne beneficia anche il loietto, nemmeno sull’altezza di taglio stravolgerei la gestione, i loietti si sanno adattare bene sia a tagli bassi che a tagli alti.

Un buon taglio invece, magari con elicoidale e rullo, contribuisce molto ad enfatizzare la bellezza del mix, il loietto, come la poa, si tagliano bene anche con robot, molto meglio rispetto a prati di Festuca.

 

SAV: Lolium e Poa? Un mix stratosferico.

 

RDF: Si può fare ma il rischio è quello poi di non avere la corretta manutenzione che questi mix richiedono.

Una attenta preparazione del terreno, arieggiature più frequenti, drenaggi, sabbia, variazione dell’altezza di taglio durante l’anno, concimazioni adeguate e se saltano questi aspetti, questo mix crea solo problemi.  

 

SAV: Grazie Riccardo!

 

Foto: Loietto con portamento allargato 

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